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Origine della Chiesa di Gesù Cristo in Italia

di Luigi De Matteis

La chiesa di Gesù Cristo ebbe origine in Italia prima ancora della visita dell'apostolo Paolo a Roma.

     Secondo la tradizione, fu Pietro ad organizzare la Chiesa a Roma, a Pompei e a Pozzuoli. La loro fede era così viva e operosa che se ne parlava in tutto l'Impero Romano. Per quanto riguarda lo sviluppo della Chiesa a Roma, si hanno purtroppo pochi indizi e poche informazioni, tramandate dalla tradizione antica.

     É probabile che la notizia del Vangelo, prima ancora che dagli apostoli, sia stata portata a Roma da semplici fedeli, ebrei o gentili. Alcuni pellegrini romani (Atti 2:10) erano infatti a Gerusalemme tra gli spettatori il giorno di Pentecoste del 30 d.C. Da Roma proveniva il primo pagano ammesso alla Chiesa, il centurione Cornelio della coorte Italica di stanza in Palestina (Atti 10). La coorte Italica, di stanza a Cesarea prima del 41 d.C. era formata in massima parte da soldati italiani. Da Roma provenivano pure i coniugi Aquila e Priscilla (Atti 18:2), ebrei convertiti, originari del Ponto. Paolo li conobbe a Corinto verso il 51, li ebbe come collaboratori a Efeso (1 Corinzi 16:19) e li mandò a salutare la Chiesa a Roma (Romani 16:3; 2 Timoteo 4:19). Da ciò si può dedurre che il Cristianesimo doveva avere a Roma molti propagatori prima ancora della venuta di Paolo. Infatti, Paolo, nelle lettere ai Romani (Romani 16:13-15), mandò a salutare almeno una trentina di persone a lui note, forse conosciute durante i suoi viaggi.

     Nel 61 d.C. circa, Paolo si imbarcò a Malta per Roma. Durante il viaggio ci fu un naufragio. Il primo contatto che l'Apostolo cercò fu quello con i suoi connazionali giudei (Atti 28:17, 28). Esisteva infatti un'importante colonia di Giudei a Roma fin dal secondo secolo a.C. Il loro numero oscillava tra i venti e trentamila. I Giudei esercitavano a Roma una grande influenza che giungeva fino al palazzo di Cesare. Paolo predicò il Vangelo agli Ebrei (Atti 28:24) e, sia pur in mezzo a tante difficoltà di carattere dottrinale, la Chiesa cresceva. Tacito ci informa che nell'anno 64 a Roma la popolazione ebraica contava circa 30.000 persone e ancora riferisce che metà di queste persone erano cristiani. Il movimento cristiano si diffondeva in particolar modo fra i ceti minori e fra gli schiavi, ma vi figuravano anche molte persone appartenti all'aristocrazia romana.

     Il primo periodo di prigionia di Paolo fu uno dei più fecondi della sua vita missionaria. Per il suo tramite lo spirito del Cristianesimo penetrò nelle milizie di Roma; per mezzo dei pretoriani il Vangelo fu portato in tutto l'Impero Romano, sul Reno, nella Gallia, in Britannia, in Ispagna.

     Dopo questo primo periodo particolarmente favorevole alla predicazione del Vangelo, l'atteggiamento del governo romano verso la chiesa primitiva mutò radicalmente. I cristiani furono accusati di aver provocato il grande incendio di Roma e come conseguenza le persecuzioni s'intensificarono. Sappiamo per certo che Paolo subì queste persecuzioni in quanto le autorità romane non trattarono l'Apostolo con lo stesso rispetto dimostratogli nella prima prigionia. Ci viene riferito che venne arrestato e accusato di complicità. Come è a tutti noto, venne decapitato durante il regno di Nerone (54-68 d.C.)

     La morte dell'Apostolo Paolo segna un'altra tappa nello sfaldamento dell'organizzazione della chiesa primitiva, aprendo così le porte all'apostasia.



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